COMUNICATO STAMPA 11-07-15
LA DEA MADRE, OPERE IN CERAMICA – PINA MASSARELLI.
L’11 luglio alle ore 19 a Vieste presso il Cine teatro Adriatico “Sala Camillo Marchetti” Pina Massarelli espone la mostra “La Dea Madre” che comprende opere in ceramica, ispirate alle immagini e ai simboli della Dea Madre così frequenti anche nel territorio della Daunia. Preziosi e raffinati ciondoli in argento e arazzi di stoffa su cui sono cuciti tavolette in ceramica con i simboli della dea completano l’esposizione che contiene un’importante intuizione critica. Secondo l’autrice, infatti, le decorazioni geometriche della ceramica daunia derivano dai segni della dea madre che costellano i manufatti neolitici. Accompagna la mostra un catalogo illustrato dalle fotografie di Gianfranco Gesmundo con scritti critici di Floredana Arno, presidente del club UNESCO di Foggia, sponsor del catalogo, Maria Grazia Napolitano, Anna Potito, Katia Ricci, che presenterà la mostra, della stessa Pina Massarelli e testi poetici di Rosy Daniello e Marco Tonon.
Inevitabile è stato l’approdo alla ricerca e alla produzione di forme e simboli della Grande Madre per Pina Massarelli, femminista e ceramista, che continua a plasmare la propria vita secondo i propri desideri e necessità. E non è un caso che oggi, in un momento di crisi e di trasformazione delle società umane si ritorni allo studio e alle immagini della Grande Madre, quasi per nutrirsi dell’energia femminile e per rifondare un nuovo senso del potere che non significa dominio, come è nella parola patriarcato, ma principio generatore, come è nella parola matriarcato, come sostiene la filosofa tedesca Heide Goettner-Abentroth. Archè in greco, infatti, significa tanto dominio, quanto principio.
E così, dopo e insieme alla produzione di ceramiche legate al suo territorio di origine che corrisponde all’antica Daunia, riproponendo forme e decorazioni geometriche dei vasi, Pina Massarelli si è dedicata alla creazione di statuette della Dea Madre, le cui forme sono riproposte anche in ciondoli di metallo pregiato. Il vaso, che simboleggia l’utero o il ventre, i simboli energetici, l’acqua e la terra, rappresentati dal triangolo con la punta in basso, lo scevron, la linea a zig zag, oppure ondulata, la spirale che allude al vortice dell’acqua o all’energia tellurica, i colori, bianco e azzurro assolutamente predominanti, il nero e il rosso che suggeriscono il tempo ciclico della nascita e della morte, come la mezza luna, segno del ritmo naturale e del risveglio primaverile dopo il sonno invernale. L’idoletto femminile di Passo di Corvo e la stele funeraria di Castelluccio, importanti siti archeologici risalenti al Neolitico di cui è ricca la provincia di Foggia, sono le forme più legate al territorio. Tutti i simboli manifestano un profondo legame con la natura un pensiero ecologico, di cui oggi si sente l’urgenza, e la necessità personale e comune di ritornare all’origine non per un senso di rimpianto di un’età dell’oro inesistente o non riproponibile, ma per ritrovare dentro di sé la matrice, l’archè materna, il divino femminile che è forza rigeneratrice.